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Tavola famosissima dell'incomparabile e sommo pittore Raffaelle Sancio d'Urbino. Bologna, Luigi Guidotti, 1761.

Suggestiva esecuzione incisoria di abile artista italiano, tratta da un celebre dipinto di Raffaello, raffigurante l'estasi di Santa Cecilia. La Santa si trova al centro di una sacra conversazione, rappresentata a piena figura mentre, abbandonati gli strumenti musicali dei quali è protettrice, volge uno sguardo al cielo dove è apparso un coro angelico.

€ 750,00

Descrizione

Incisione originale eseguita all'acquaforte applicata su supporto rigido in carta spessa (mm 300 x 455 l'impressione).
Impressa a Bologna nel 1761 da Giovanni Battista Galli tratta da un dipinto di Raffaello Sanzio (*Urbino 1483 - †Roma 1520), presso lo stampatore Luigi Guidotti.
Suggestiva esecuzione incisoria di abile artista italiano, raffigurante l'estasi di Santa Cecilia. La Santa si trova al centro di una sacra conversazione, rappresentata a piena figura mentre, abbandonati gli strumenti musicali dei quali è protettrice, volge uno sguardo al cielo dove è apparso un coro angelico. Le sta sfuggendo dalle mani un organetto portatile, dal quale si stanno sfilando due canne, mentre ai suoi piedi giace una natura morta di strumenti musicali vecchi o rotti: si tratta di un rimando alla caducità della musica "terrena", simbolo delle passioni umane. Attorno alla figura di Santa Cecilia, l'unica in grado di ascoltare la musica celeste, si trovano quattro Santi disposti a semicerchio, che rievocano la forma della "cantoria" celeste: San Paolo che regge con il palmo della mano sinistra la spada; San Giovanni evangelista in secondo piano, riconoscibile dal libro ai suoi piedi su cui si trova l'aquila, il suo sguardo si incrocia con quello di sant'Agostino, sull'altro lato e reggente il bastone pastorale; Maria Maddalena infine che tiene in mano l'ampolla degli unguenti e fissa lo spettatore. La scelta dei quattro santi è legata al tema dell'ascesa celeste e dell'estasi. Sullo sfondo si scorge un paesaggio collinare e il profilo di una chiesa all'orizzonte, probabilmente quello del santuario di Santa Maria del Monte a Bologna.
Giovanni Battista Galli incisione all'acquaforte e bulino, fu attivo a Bologna, Ferrara e Firenze nella seconda metà del XVIII secolo.
Buona conservazione del foglio in nitida inchiostratura; segnaliamo un piccolo difetto d'impressione nella parte centrale della tavola.
cfr. Benezit, tomo V, pag. 830.

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